LA STORIA

L’Ashtanga Vinyasa Yoga, conosciuto anche semplicemente come Ashtanga Yoga, viene formalizzato da Sri Krishna Pattabhi Jois (1915-2009) a Mysore nel sud dell’India. Il termine sanscrito Ashta (अष्ट), che significa “otto”, si riferisce a 8 limbi o stadi descritti negli Yoga Sūtra (योगसूत्र; “aforismi sullo Yoga”) di Patanjali:

Yama (principi etici/relazionali), Niyama (cure individuali), Asana (posture), Paranayama (controllo dell’energia vitale), Pratyahara (controllo dei sensi), Dharana (concentrazione), Dhyana (meditazione) e Samadhi (contemplazione).

Il termine Vinyasa identifica un sistema nel quale ad ogni respiro vi è un movimento sincronizzato. Il metodo di Pattabhi Jois, basato sugli insegnamenti di Sri Tirumalai Krishnamacharya (1888 – 1989), si compone di 6 sequenze di posture. Gli Asana (posture) si susseguono in un flusso ordinato e continuo, grazie appunto al sistema del Vinyasa che ci consente di legare una postura alla successiva. Seguendo il principio di questo flusso armonico di respiro e movimento, la mente del praticante è subito rivolta verso la pratica, distolta dai suoi pensieri abituali e portata a livelli di consapevolezza superiore.

Nella pratica ci sono tre punti a cui portare particolare attenzione Tristhana: il respiro (Ujjayi), la postura (asana) e lo sguardo (drishti). A questi si aggiungono i bandha, o “serrature interne” che tramite l’attivazione dei giusti muscoli, permettono di canalizzare l’energia verso l’interno e di evitare la sua dispersione verso l’esterno, nonché di sostenere la pratica in tutta la sua intensità. 

La pratica, che richiede effettivamente un reale sforzo fisico, se approcciata con umiltà, disciplina, consapevolezza e continuità porta ad ottenere un corpo allenato e forte, ma anche morbido e leggero.

L’Ashtanga Vinyasq Yoga porta a riscoprire pienamente il proprio potenziale a tutti i livelli di consapevolezza- fisica, psicologica e spirituale fin dai primi approcci.

 

ASHTANGA YOGA MANTRA INIZIALE

Om

Vande Gurunam Charanaravinde

Sandarshita Svatma Sukava Bodhe

Nih Sreyase Jangalikayamane

Samsara Halahala Mohashantyai

Abahu Purushakaram

Shankhacakrsi Dharinam

Sahasra Sirasam Svetam

Pranamami Patanjalim

Om

Traduzione:

Mi inchino ai piedi del supremo guru

che insegna la via per conoscere la grande felicità dell’auto-realizzazione del sé,

come un guaritore della giungla elimina l’illusione

e il veleno dell’ignoranza del samsara (esistenza condizionata) |

dalla parte superiore del corpo di aspetto umano,

porta con sé una conchiglia (il suono divino), un disco (il tempo infinito) e una spada (la discriminazione).

Io mi inchino a Patanjali, incoronato da un cobra dalle mille teste bianche | |

ASHTANGA YOGA MANTRA FINALE

Om

Svasthi Praja Bhyaha Pari Pala Yantam

Nya Yena Margena Mahim Mahishaha

Go Brahmanebhyaha Shubamastu Nityam

Lokah Samastah Sukhino Bhavantu

Om Shanti Shanti ShantihiT

Traduzione:

Possa l’umanità prosperare e i potenti della terra governarla

camminando sul sentiero della giustizia,

possa l’universo essere buono con tutti coloro che riconoscono la sacralità della terra,

e tutti i popoli della terra vivere nella gioia.